lunedì 30 aprile 2012

Ti voglio bene.


Quante volte lo diciamo o lo sentiamo? Troppo spesso.
Io non lo dico spesso, solo nelle occasioni particolari, in quelle circostanze in cui se non pronunci quelle parole ti senti come se ti stesse per scoppiare il cuore. Dovrei dirlo più spesso ma ho imparato che a meritarlo sono in pochi ma a quei pochi dovrei dirlo e non dimostrarlo solamente. 
Ah… la dimostrazione dell’affetto… esiste nulla di più forte? È come un pugno in pieno stomaco, ti spiazza, ti lascia senza parole, ti colma il vuoto facendoti sentire vuoto allo stesso tempo; è qualcosa di meraviglioso. Peccato però che la spontaneità si sia estinta come i dinosauri, senza però lasciare alcuna traccia di sé neppure un misero fossile nel cuore di qualcuno. Oggi siamo tutti governati dai calcoli! Sarà che ho frequentato il liceo classico ma io quelle particolarissime equazioni del  tipo “se lo faccio cosa potrebbe pensare” non le ho mai capite!
Sarà forse colpa della società super teconologica che ci ha abituati a messaggiare con WhatsApp e chiamare con Viber? Siamo abituati ad attribuire un costo in centesimi anche all’affetto?
Ma scusate, l’affetto (quello vero) ha un costo? Non dovrebbe essere spontaneo?

(Driiiin)

-Pronto?
-Ciao, sono fuori per una passeggiata… Mi fai compagnia?
-Sai già tutto. Ammettilo…
-Sì. Sto arrivando.

Scusate la breve interruzione. Dove eravamo rimasti? Ah si… avevamo interrotto proprio al punto: “l’affetto (quello vero) ha un costo? Non dovrebbe essere spontaneo?”.
È spontaneo, è così spontaneo che chi ti vuole realmente bene riesce anche a precedere le tue lacrime.





giovedì 26 aprile 2012

New York.

New York è l'America! New York è la grande mela che non vende mele. È la citta dove se riesci ad uscirne indenne puoi reputarti fortunato, è l'eccesso che perdona gli eccessi, dove la mattina puoi essere Gesù e la sera Satana. È la città con i narcisi ai bordi delle strade e i tulipani al centro del marciapiede. È la città dove puoi vedere una mamma stretta al suo bambino che sussurrando canta "imagine", come se volesse dargli una speranza per il futuro; dove puoi vedere uomini biondi e neri che si stringono la mano, dove mangiando cheesecake puoi parlare di tutto e nulla ma sentire il vuoto colmato (non solo per la cheesecake). A New York puoi girare il mondo rimanendo seduto su una panchina  ad osservare il mondo che ti sfiora senza mai toccarti, puoi avere la città ai tuoi piedi fino alle 2.00 del mattino ma non oltre, dove puoi non dormire e stringerti stretto a Lei, dove puoi buttare i tuoi principi da un ponte, dove puoi ammirare il sole che annega nell'oceano, dove se vuoi puoi fare tutto, dove vivere un film dalla sceneggiatura sconosciuta, dove la Libertà ti protegge senza lasciarti mai solo. New York è tutto questo e molto altro ancora è quel luogo dove puoi ricominciare, reinventarti o semplicemente ritrovarti. 

Vi svelo un segreto: il suo fascino non sono i grattacieli.