"Come posso sapere dove metti le tue cose?" (tipica frase da mamma)
"Uffa. Quando cerco qualcosa non la trovo mai! Voglio sapere il motivo!"
"Semplice, sei disordinata. "
Improvvisamente ricordo di conservare le cinture dietro la porta della stanza. Ho un "affare" (così lo chiamo io) con tante tasche. È di spugna e in alto c'è scritto "Le mie cinture", anche se ci conservo di tutto (non starete pensando che sono disordinata?).
Ovviamente essendo un porta cinture ci sono anche quelle, ma in netta minoranza rispetto al resto.
Le ho sempre considerate come una moderna evoluzione delle cinture di castità. Mi danno fastidio. Voglio sempre stare libera senza costrizioni di alcun genere, né emotive né fisiche. Davanti a quello scenario di ordine sovrano, incompreso, la mia attenzione è stata attirata da un qualcosa dal colore rosso. Inizialmente non avevo focalizzato, quando mi resi conto che era IL sacchetto rosso i miei battiti hanno iniziato ad aumentare, il cuore non sapeva bene se volesse uscire dal petto o salire in gola.
Ho avvicinato timidamente la mano, e con paura mista ad un vortice di sensazioni ho afferrato il sacchetto, l'ho aperto e dentro c'era il costume della piscina. L'odore di cloro ha invaso la mia memoria. Gare, antagonismo e adrenalina. Odori misti a ricordi.
Non dimenticherò mai la sensazione che si prova quando la testa va sotto l'acqua. I pensieri non passano oltre la superficie, sei da sola con te stessa. La bellezza non conta, sei solo tu con l'acqua che lava via tutto, non conta il fisico, l'altezza, non conta nulla se non la forza di braccia e mente.
Ho indossato lentamente il costume come se fossi un'amante che spoglia la sua innamorata.
Ho dato un'occhiata rapida alle spalle nude, e segnate dalle spalline del costume ed evidenziate dai capelli legati. Per un attimo sono tornata indietro negli anni.
Se in quel momento avessi avuto ai miei piedi una piscina avrei fatto una vasca in apnea, poi virata e in fine 100 vasche senza sosta. Ho dovuto solo pensarlo, ai miei piedi non avevo che sogni e e parquet. Ho chiuso gli occhi e immaginato l'acqua che fa da padrona sul corpo.
Le ho sempre considerate come una moderna evoluzione delle cinture di castità. Mi danno fastidio. Voglio sempre stare libera senza costrizioni di alcun genere, né emotive né fisiche. Davanti a quello scenario di ordine sovrano, incompreso, la mia attenzione è stata attirata da un qualcosa dal colore rosso. Inizialmente non avevo focalizzato, quando mi resi conto che era IL sacchetto rosso i miei battiti hanno iniziato ad aumentare, il cuore non sapeva bene se volesse uscire dal petto o salire in gola.
Ho avvicinato timidamente la mano, e con paura mista ad un vortice di sensazioni ho afferrato il sacchetto, l'ho aperto e dentro c'era il costume della piscina. L'odore di cloro ha invaso la mia memoria. Gare, antagonismo e adrenalina. Odori misti a ricordi.
Non dimenticherò mai la sensazione che si prova quando la testa va sotto l'acqua. I pensieri non passano oltre la superficie, sei da sola con te stessa. La bellezza non conta, sei solo tu con l'acqua che lava via tutto, non conta il fisico, l'altezza, non conta nulla se non la forza di braccia e mente.
Ho indossato lentamente il costume come se fossi un'amante che spoglia la sua innamorata.
Ho dato un'occhiata rapida alle spalle nude, e segnate dalle spalline del costume ed evidenziate dai capelli legati. Per un attimo sono tornata indietro negli anni.
Se in quel momento avessi avuto ai miei piedi una piscina avrei fatto una vasca in apnea, poi virata e in fine 100 vasche senza sosta. Ho dovuto solo pensarlo, ai miei piedi non avevo che sogni e e parquet. Ho chiuso gli occhi e immaginato l'acqua che fa da padrona sul corpo.
Ah se per caso vi stiate chiedendo dove fossero la cuffia e gli occhialini sappiate che la prima era rimasta infondo al sacchetto mentre gli occhialini sono sempre e da sempre sul mio comò.