lunedì 21 gennaio 2013

Poco non è troppo poco.

È da poco che ci sei. Non troppo poco ma semplicemente poco tempo. Però abbiamo superato quel limite, quel confine, la famosa striscia gialla, che se tu adesso decidessi di andar via, se tu adesso mi voltassi le spalle, se tu adesso non chiamassi più, se tu adesso sparissi in modo da non poter essere più ricompreso nelle mie fantasie disneyane ... Ecco io me ne accorgerei. Non dico che mi mancheresti, non dico che sono affezionata a te, dico solo che percepirei la tua assenza.

giovedì 6 dicembre 2012

Qualcosa qui non va, o forse va.

Per abituarmi al Natale ho sempre avuto bisogno di molto tempo e per molto tempo intendo che il processo di metabolizzazione si concludeva il 24 sera. Ma quest'anno qualcosa è cambiato. Ho voluto fare l'albero in anticipo, poggiato sulla scrivania una palla di vetro (di quelle che se le agiti scende giù tanta neve), e la sistemazione della mia stanza e stata prevista per oggi. Tutto questo è seriamente preoccupante. 
Fare l'albero mi annoia da quando ho finito le scuole elementari, a cosa regalare alle amiche ci penso il giorno in cui è prevista la serata di scambio doni (quest'anno ho persino scritto una lista e decorato la pagina!), non ho mai poggiato nulla sulla mia scrivania eccetto libri e codici, non ho mai detto "che bello il Natale"(o comunque non ho iniziato a dirlo a fine novembre) ... concludendo posso affermare di essere fuori controllo.
 Non ditemi che è colpa della crisi perché non è così, la crisi non è la risposta a tutto. La risposta sta dentro di me, la risposta in realtà non è una ma sono due. La prima è che sto tanto bene da non avere problemi a buttarmi a capofitto nell'euforia del natale, la seconda è che sto seriamente male. Quale tra le due sia quella giusta non lo so e non credo che lo capirò molto presto, sempre se riuscirò a capirlo. L'unica consolazione che ho è che non sono ancora pronta alla tazza con il facciotto di Babbo Natale. 

Forse, allora, non sto poi tanto male.

venerdì 22 giugno 2012

Il barista.


Credo che tutti dovrebbero avere il barista di fiducia che ascolta in silenzio pensieri, paure, sogni, amori finiti e mai iniziati. Il suo unico compito è quello di non parlare ma riempirti il bicchiere prima che sia vuoto ma togliertelo prima di star male, senza mai farti bere il fondo. 
Mio nonno diceva sempre che nel fondo del bicchiere rimangono i pensieri. Per questo non devi berli dopo aver parlato con il barista, altrimenti vanificheresti tutto e lui sarebbe rimasto lì a sentire i tuoi problemi inutilmente, quando invece avrebbe potuto chiudere il locale per tornare dalla moglie o per andare a divertirsi con gli amici.
Alle volte, però, accade che lui in realtà ti stia ascoltando e non si limiti a stare in silenzio o a riempirti il bicchiere ma si azzarda ad interrompere il tuo flusso di coscienza, così senza conoscerti senza sapere di cosa parli. Sì, t’interrompe ti fa domande, appunti e critiche. La cosa più grave è che non puoi neppure ribellarti perché quella sera tu sei da solo, senza amici e senza speranze, il tuo unico appiglio è un uomo dai capelli troppo lunghi per ispirare fiducia ma abbastanza sconosciuto da scombussolare la tua esistenza. Parli, discuti e alle volte provi a difenderti ma non ci riesci perché lui ti da torto marcio e sai che ha ragione. Resti in silenzio, quasi sbigottito di come una persona sia riuscita in mezz’ora a capirti quasi alla perfezione mentre tu ancora rimani ancorato alle tue stupide fissazioni sulla vita e sulle persone.
“Non prendere in giro te stesso, se vuoi prendere in giro me va bene, fai pure, ma non prendere in giro te stesso”. 

venerdì 25 maggio 2012

C'è un tempo per tutto.

Viviamo nell'era dove tutto ha un nome e una definizione. Il tempo non è più presente o passato ma porta il nome di persone, eventi e situazioni.
Questo è il tempo di albicocche, ciliegie e fiori di pesco fra i capelli. È la stagione dei "sì", quella in cui ricredersi e scoprire altro oltre la nostra esperienza. Questo è il tempo che precede l'estate. La stagione che tutto scombussola, quella dei nuovi amori con data di scadenza, di cocktails nuovi e freschi offerti da ragazzi dal sorriso abbronzato che ti promettono la luna e le stelle ma mai il sole.
Do il benvenuto alle lentiggini, ai riflessi rossi tra i capelli, all'abbronzatura. 
Do il benvenuto alla novità e a chi ci sarà anche il prossimo inverno, perché è grazie a loro che è sempre estate. Meglio un pallido sorriso tutto l'anno che uno abbronzato che valga una sola notte.

lunedì 7 maggio 2012

Piccole cose.

Si dice che le piccole cose siano quelle che diano l'immediata felicità e serenità, come se avessero il potere di trasformare i sassi in piume e i pensieri in fumo.
Serenità momentanea, improvvisa ed inaspettata è una carezza in riva al mare che sembra sussurrarti "non preoccuparti, tutto si sistemerà". Capisci che tutto ciò di cui avevi bisogno era solo un gesto, forse banale e scontato ma così silenzioso da riuscire a placare il rumore assordante dei tuoi pensieri.
Uno sguardo rubato tra una folata di vento e un raggio di sole ti ricorda che non sei da solo, che basta tendere la mano o volgere lo sguardo per trovare qualcuno al tuo fianco.
Quella carezza in riva al mare, quello sguardo tra la sabbia e i sassi, mi hanno fatto rispolverare la forza che non fa crollare, quella stessa forza che irrobustisce le ginocchia senza indurire l'animo.

lunedì 30 aprile 2012

Ti voglio bene.


Quante volte lo diciamo o lo sentiamo? Troppo spesso.
Io non lo dico spesso, solo nelle occasioni particolari, in quelle circostanze in cui se non pronunci quelle parole ti senti come se ti stesse per scoppiare il cuore. Dovrei dirlo più spesso ma ho imparato che a meritarlo sono in pochi ma a quei pochi dovrei dirlo e non dimostrarlo solamente. 
Ah… la dimostrazione dell’affetto… esiste nulla di più forte? È come un pugno in pieno stomaco, ti spiazza, ti lascia senza parole, ti colma il vuoto facendoti sentire vuoto allo stesso tempo; è qualcosa di meraviglioso. Peccato però che la spontaneità si sia estinta come i dinosauri, senza però lasciare alcuna traccia di sé neppure un misero fossile nel cuore di qualcuno. Oggi siamo tutti governati dai calcoli! Sarà che ho frequentato il liceo classico ma io quelle particolarissime equazioni del  tipo “se lo faccio cosa potrebbe pensare” non le ho mai capite!
Sarà forse colpa della società super teconologica che ci ha abituati a messaggiare con WhatsApp e chiamare con Viber? Siamo abituati ad attribuire un costo in centesimi anche all’affetto?
Ma scusate, l’affetto (quello vero) ha un costo? Non dovrebbe essere spontaneo?

(Driiiin)

-Pronto?
-Ciao, sono fuori per una passeggiata… Mi fai compagnia?
-Sai già tutto. Ammettilo…
-Sì. Sto arrivando.

Scusate la breve interruzione. Dove eravamo rimasti? Ah si… avevamo interrotto proprio al punto: “l’affetto (quello vero) ha un costo? Non dovrebbe essere spontaneo?”.
È spontaneo, è così spontaneo che chi ti vuole realmente bene riesce anche a precedere le tue lacrime.





giovedì 26 aprile 2012

New York.

New York è l'America! New York è la grande mela che non vende mele. È la citta dove se riesci ad uscirne indenne puoi reputarti fortunato, è l'eccesso che perdona gli eccessi, dove la mattina puoi essere Gesù e la sera Satana. È la città con i narcisi ai bordi delle strade e i tulipani al centro del marciapiede. È la città dove puoi vedere una mamma stretta al suo bambino che sussurrando canta "imagine", come se volesse dargli una speranza per il futuro; dove puoi vedere uomini biondi e neri che si stringono la mano, dove mangiando cheesecake puoi parlare di tutto e nulla ma sentire il vuoto colmato (non solo per la cheesecake). A New York puoi girare il mondo rimanendo seduto su una panchina  ad osservare il mondo che ti sfiora senza mai toccarti, puoi avere la città ai tuoi piedi fino alle 2.00 del mattino ma non oltre, dove puoi non dormire e stringerti stretto a Lei, dove puoi buttare i tuoi principi da un ponte, dove puoi ammirare il sole che annega nell'oceano, dove se vuoi puoi fare tutto, dove vivere un film dalla sceneggiatura sconosciuta, dove la Libertà ti protegge senza lasciarti mai solo. New York è tutto questo e molto altro ancora è quel luogo dove puoi ricominciare, reinventarti o semplicemente ritrovarti. 

Vi svelo un segreto: il suo fascino non sono i grattacieli.