lunedì 30 aprile 2012

Ti voglio bene.


Quante volte lo diciamo o lo sentiamo? Troppo spesso.
Io non lo dico spesso, solo nelle occasioni particolari, in quelle circostanze in cui se non pronunci quelle parole ti senti come se ti stesse per scoppiare il cuore. Dovrei dirlo più spesso ma ho imparato che a meritarlo sono in pochi ma a quei pochi dovrei dirlo e non dimostrarlo solamente. 
Ah… la dimostrazione dell’affetto… esiste nulla di più forte? È come un pugno in pieno stomaco, ti spiazza, ti lascia senza parole, ti colma il vuoto facendoti sentire vuoto allo stesso tempo; è qualcosa di meraviglioso. Peccato però che la spontaneità si sia estinta come i dinosauri, senza però lasciare alcuna traccia di sé neppure un misero fossile nel cuore di qualcuno. Oggi siamo tutti governati dai calcoli! Sarà che ho frequentato il liceo classico ma io quelle particolarissime equazioni del  tipo “se lo faccio cosa potrebbe pensare” non le ho mai capite!
Sarà forse colpa della società super teconologica che ci ha abituati a messaggiare con WhatsApp e chiamare con Viber? Siamo abituati ad attribuire un costo in centesimi anche all’affetto?
Ma scusate, l’affetto (quello vero) ha un costo? Non dovrebbe essere spontaneo?

(Driiiin)

-Pronto?
-Ciao, sono fuori per una passeggiata… Mi fai compagnia?
-Sai già tutto. Ammettilo…
-Sì. Sto arrivando.

Scusate la breve interruzione. Dove eravamo rimasti? Ah si… avevamo interrotto proprio al punto: “l’affetto (quello vero) ha un costo? Non dovrebbe essere spontaneo?”.
È spontaneo, è così spontaneo che chi ti vuole realmente bene riesce anche a precedere le tue lacrime.





1 commento:

  1. Nella società moderna si bada più alla apparenza che alla sostanza... I sentimenti NON hanno un prezzo secondo me...

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