venerdì 22 giugno 2012

Il barista.


Credo che tutti dovrebbero avere il barista di fiducia che ascolta in silenzio pensieri, paure, sogni, amori finiti e mai iniziati. Il suo unico compito è quello di non parlare ma riempirti il bicchiere prima che sia vuoto ma togliertelo prima di star male, senza mai farti bere il fondo. 
Mio nonno diceva sempre che nel fondo del bicchiere rimangono i pensieri. Per questo non devi berli dopo aver parlato con il barista, altrimenti vanificheresti tutto e lui sarebbe rimasto lì a sentire i tuoi problemi inutilmente, quando invece avrebbe potuto chiudere il locale per tornare dalla moglie o per andare a divertirsi con gli amici.
Alle volte, però, accade che lui in realtà ti stia ascoltando e non si limiti a stare in silenzio o a riempirti il bicchiere ma si azzarda ad interrompere il tuo flusso di coscienza, così senza conoscerti senza sapere di cosa parli. Sì, t’interrompe ti fa domande, appunti e critiche. La cosa più grave è che non puoi neppure ribellarti perché quella sera tu sei da solo, senza amici e senza speranze, il tuo unico appiglio è un uomo dai capelli troppo lunghi per ispirare fiducia ma abbastanza sconosciuto da scombussolare la tua esistenza. Parli, discuti e alle volte provi a difenderti ma non ci riesci perché lui ti da torto marcio e sai che ha ragione. Resti in silenzio, quasi sbigottito di come una persona sia riuscita in mezz’ora a capirti quasi alla perfezione mentre tu ancora rimani ancorato alle tue stupide fissazioni sulla vita e sulle persone.
“Non prendere in giro te stesso, se vuoi prendere in giro me va bene, fai pure, ma non prendere in giro te stesso”.