Credo
che tutti dovrebbero avere il barista di fiducia che ascolta in silenzio
pensieri, paure, sogni, amori finiti e mai iniziati. Il suo unico compito è
quello di non parlare ma riempirti il bicchiere prima che sia vuoto ma
togliertelo prima di star male, senza mai farti bere il fondo.
Mio nonno diceva
sempre che nel fondo del bicchiere rimangono i pensieri. Per questo non devi
berli dopo aver parlato con il barista, altrimenti vanificheresti tutto e lui
sarebbe rimasto lì a sentire i tuoi problemi inutilmente, quando invece avrebbe
potuto chiudere il locale per tornare dalla moglie o per andare a divertirsi
con gli amici.
Alle
volte, però, accade che lui in realtà ti stia ascoltando e non si limiti a stare in
silenzio o a riempirti il bicchiere ma si azzarda ad interrompere il tuo flusso
di coscienza, così senza conoscerti senza sapere di cosa parli. Sì,
t’interrompe ti fa domande, appunti e critiche. La cosa più grave è che non
puoi neppure ribellarti perché quella sera tu sei da solo, senza amici e senza
speranze, il tuo unico appiglio è un uomo dai capelli troppo lunghi per
ispirare fiducia ma abbastanza sconosciuto da scombussolare la tua esistenza. Parli,
discuti e alle volte provi a difenderti ma non ci riesci perché lui ti da torto
marcio e sai che ha ragione. Resti in silenzio, quasi sbigottito di come una
persona sia riuscita in mezz’ora a capirti quasi alla perfezione mentre tu
ancora rimani ancorato alle tue stupide fissazioni sulla vita e sulle persone.
“Non
prendere in giro te stesso, se vuoi prendere in giro me va bene, fai pure, ma non
prendere in giro te stesso”.
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